Natale è arrivato, con il suo carico di ansie da prestazione: i regali da fare, le decorazioni da sistemare, gli auguri da inviare, la tavola da allestire e il cenone da preparare.
Tutto è procrastinabile, tranne il cenone.
Facciamo un bel respiro e ricapitoliamo i prodotti chiave che non possono mancare sulle nostre tavole.
Antipasti
Tradizione vuole che si inizi il cenone con un ricco antipasto. Qui il menù non è rigido, l’unica regola che vige è l’abbondanza. Insalate, frutti di mare, tartine multicolore, rustici dalle forme e dai sapori più stravaganti. Ma perché impazzire dietro la sfoglia che non si chiude e i frutti di mare da pulire, quando c’è il maestro casaro che ha già lavorato per noi la treccia di mozzarella? L’unica cosa che rimane da fare è mangiarla.
Primo Piatto
Qui la regola si fa più precisa: la tradizione napoletana vuole che a dominare il primo piatto sia il pesce. E non si discute. Vongole o lupini, gamberetti o mazzancolle, scampi o cicale di mare, c’è l’imbarazzo della scelta e ampia libertà sui frutti di mare da far saltare in padella. La restrizione vige invece sulla pasta da buttare in pentola. Qui si diventa intransigenti, perché alla base di una buona portata di pesce ci deve essere una pasta all’altezza: noi consigliamo i mezzi paccheri. Dalla superficie ruvida e porosa che tratterrà tutto il sapore del delicato sughetto di mare, e dalla forma e consistenza perfette ottenute da una meticolosa trafilazione e un lento essiccamento.
Secondo Piatto
Anche qui a dominare è il pesce, e la tradizione partenopea vuole che la frittura di baccalà faccia da regina. Ma non solo baccalà: calamari, anguilla o capitone e gamberi concorrono a profumare le nostre cucine e ad abbellire le nostre tavole. Qualunque portata di pesce privilegiate, l’elemento insostituibile da accompagnarvi è la tradizionale insalata verde condita con olio, olive e alici spinate. Ebbene sì, il tocco di mare va dato anche al contorno.
Frutta
Quella fresca ma soprattutto la frutta secca. Noci, fichi secchi, pistacchi tostati, mandorle, semi di zucca, sono tutti parte essenziale del cenone perché contribuiscono a creare quell’atmosfera di convivialità che solo la tavola di Natale è capace di ricreare. Elementi fondamentali anche per il dopo-cenone: bucce di mandarino, gusci di pistacchio, semi di zucca si trasformeranno in segna numero per il pezzo forte della serata, la Tombola.
Dolci
Per quanto pieni si possa essere, non c’è sazietà che impedisca di mangiare i dolci natalizi. Struffoli, mostaccioli, roccocò regnano sulle tavole napoletane da secoli accanto ai classici pandori, panettoni farciti e torroni. Fondamentali per ingannare l’attesa di Babbo Natale, o della cinquina.
Insomma, la Vigilia è giovane. Buona preparazione e buon cenone di Natale!